Storia della carta e della sua fabbricazione dalle origini ai nostri giorni
Con l’evoluzione digitale oggi scriviamo sempre di meno su carta, ma continuiamo a impiegarla per stampare libri, giornali e documenti. Tutti noi, dunque, usiamo la carta ogni giorno ma chi può dire, però, di conoscere le sue origini e il procedimento per la sua fabbricazione? Si tratta di una storia davvero molto interessante che viene da molto lontano. Ecco le principali tappe.
Le origini della carta
In antichità per scrivere si usavano vari strumenti e materiali, come le tavolette di argilla o di pietra, le lastre di bronzo, le foglie e la corteccia degli alberi, così come il legno, l’osso, il bambù, la seta, la pergamena realizzata con le pelli conciate di pecora, vitello e montone e infine il papiro. Quest’ultimo ebbe una particolare diffusione in Egitto, dove nel tempo ne fu affinata la tecnica di fabbricazione: la parte interna del fusto della pianta di papiro veniva tagliata in strisce sottili che venivano poi disposte una accanto all’altra per formare un primo foglio; in seguito veniva posto sopra a questo primo foglio un secondo strato di strisce disposte in modo perpendicolare rispetto alle prime. Una volta compresse ed essiccate, queste strisce di papiro assumevano l’aspetto di un vero e proprio foglio.
L'invenzione della carta
Se oggi abbiamo la carta il merito è di Tsai Lun, un dignitario della corte imperiale cinese che nel 105 d.C. inventò un metodo di fabbricazione della carta utilizzando brandelli di stoffa usata, reti da pesca e corteccia d’albero. L’invenzione fu subito un successo e Tsai Lun ricevette tutti gli onori perché era riuscito a trovare un metodo economico per fabbricare la carta e renderla alla portata di tutti; di certo, però, l’uomo non poteva immaginare quale impatto la sua invenzione avrebbe avuto nella storia dell’umanità: senza la carta, infatti, l’evoluzione, la diffusione e la conservazione nel tempo della cultura e delle informazioni sarebbe stata molto più difficile.
In Italia Marco Polo fu il primo a parlare di questo innovativo metodo di realizzazione della carta: nella sua opera Il Milione egli infatti racconta di come a Pechino i cinesi la fabbricassero utilizzando varie fibre vegetali, come paglia di riso o canna di bambù. Ma passò del tempo prima dell’arrivo della carta in Occidente.
La carta: dall'Oriente all'Occidente
La carta si diffuse così in tutto l’impero cinese per poi arrivare in Giappone dalla Corea intorno al 610 d.C.: fu un monaco, Dam Jing, a portarla fino a lì per diffondere la filosofia buddista e la cultura cinese. I giapponesi divennero ben presto molto abili nella fabbricazione di questo materiale, durante la quale lavoravano soprattutto la parte bianca della corteccia del gelso. Furono però gli arabi a portare questa rivoluzionaria invenzione in Europa: i Persiani già la conoscevano grazie agli scambi commerciali lungo le vie della seta, ma fu solo nel 751 che gli arabi riuscirono a carpire tutti i segreti della fabbricazione cinese della carta quando conquistarono Samarcanda e catturarono dei cartai cinesi. Fu proprio in questa città che nacque una delle più antiche cartiere: la carta di Samarcanda, realizzata con canapa e lino, divenne presto famosa e segnò l’inizio di un periodo di grande sviluppo economico della regione che oggi corrisponde all’Uzbekistan.
In Europa la carta giunse solo nel XII secolo con le invasioni arabe, nel primo periodo soprattutto in Sicilia e in Spagna: in realtà, all’inizio venne considerata come un prodotto di basso livello se paragonato alla pergamena, al punto che in un editto del 1221 Federico II ne proibì l’utilizzo per gli atti pubblici. Ma questo provvedimento non riuscì a fermare la diffusione della carta a tutti i livelli, perché era pratica ed economica.
La cartiera di Fabriano
Il perfezionamento della carta fu opera dei cartai di Fabriano e in seguito di tutti gli altri cartai italiani: fu proprio in questa cittadina delle Marche che nacque la prima cartiera italiana; altre ne sorsero successivamente in molte altre città come Amalfi, Prato e Venezia, quando la produzione si sviluppò ulteriormente.
In particolare, ai cartai italiani si devono tre meriti: il perfezionamento della tecnica che fu meccanizzata in alcune parti, come nella macinatura degli stracci che prima era manuale; l’introduzione della collatura con gelatina animale anziché vegetale; la creazione di diversi tipi di formati e, infine, l’introduzione della filigranatura dei fogli, sconosciuta ad arabi e cinesi. Questa particolare lavorazione consentiva di contrassegnare i fogli con decorazioni visibili in trasparenza, le filigrane, realizzate con fili metallici. In questo modo sulla carta furono inseriti questi speciali simboli che potevano indicare il marchio del fabbricante oppure la firma del cliente; tra le filigrane realizzate a partire dalla seconda metà del 1200 troviamo, infatti, stemmi araldici o ecclesiastici, emblemi di corporazioni e vari altri simboli dai più svariati significati.
L'invenzione della stampa a caratteri mobili
Le cartiere italiane detennero il monopolio della fabbricazione della carta fino al XIV secolo, quando nuove fabbriche furono aperte in Francia, Germania e in seguito Olanda. Con la scoperta dell’America la carta arrivò anche oltreoceano; poi con l’invenzione della stampa a caratteri mobili si determinò un forte aumento della produzione e una conseguente diffusione della cultura in tutti i paesi con la stampa dei libri che segnò l’inizio di una vera e propria rivoluzione. Nel 1600 furono migliorate anche le tecniche di macinatura grazie alla creazione di nuove macchine a cilindri rotanti munite di lame che consentirono di migliorare la qualità dell’impasto di stracci e fibre vegetali. Queste materie prime, però, alla fine del 1600 iniziarono a scarseggiare.
La produzione industriale
Fu solo nel 1800 che si riconsiderò il legno come materia prima per la produzione della carta; quando, dopo vari tentativi di miscela dei componenti, si giunse alla pasta di legno vera e propria, la produzione della carta divenne di massa trasformandola in un prodotto di largo consumo. Con la rivoluzione industriale e l’impiego di macchinari sempre più sofisticati, si diversificarono anche gli utilizzi: oltre ai prodotti da stampa, si iniziò a produrre la carta igienica, le prime confezioni di cartone per gli imballaggi e poi, nel 1900, la carta per gli isolamenti elettrici, i giocattoli e tanti altri prodotti.
La fabbricazione della carta oggi
Oggi la carta è un prodotto industriale realizzato grazie a dei macchinari e a delle tecniche di lavorazione che consentono di ottenere, alla fine del processo, fogli flessibili e sottili, disponibili in varie grammature.
Le materie prime utilizzate oggi sono in linea di massima queste:
Come anticipato, la carta esiste in tanti tipi diversi, tuttavia, in un’ottica di ecosostenibilità, laddove possibile bisognerebbe sempre scegliere la carta riciclata che oggi, grazie alle lavorazioni sempre più sofisticate, ha la stessa qualità e la stessa resistenza di quella di pura cellulosa. In ogni caso, il principio fondamentale che dovrebbe guidare ognuno di noi nell’utilizzo della carta è quello di evitare gli sprechi perché si tratta di un bene prezioso dalla storia antica, la cui invenzione ha segnato per sempre la storia dell’umanità e della sua evoluzione.
Le origini della carta
In antichità per scrivere si usavano vari strumenti e materiali, come le tavolette di argilla o di pietra, le lastre di bronzo, le foglie e la corteccia degli alberi, così come il legno, l’osso, il bambù, la seta, la pergamena realizzata con le pelli conciate di pecora, vitello e montone e infine il papiro. Quest’ultimo ebbe una particolare diffusione in Egitto, dove nel tempo ne fu affinata la tecnica di fabbricazione: la parte interna del fusto della pianta di papiro veniva tagliata in strisce sottili che venivano poi disposte una accanto all’altra per formare un primo foglio; in seguito veniva posto sopra a questo primo foglio un secondo strato di strisce disposte in modo perpendicolare rispetto alle prime. Una volta compresse ed essiccate, queste strisce di papiro assumevano l’aspetto di un vero e proprio foglio.
L'invenzione della carta
Se oggi abbiamo la carta il merito è di Tsai Lun, un dignitario della corte imperiale cinese che nel 105 d.C. inventò un metodo di fabbricazione della carta utilizzando brandelli di stoffa usata, reti da pesca e corteccia d’albero. L’invenzione fu subito un successo e Tsai Lun ricevette tutti gli onori perché era riuscito a trovare un metodo economico per fabbricare la carta e renderla alla portata di tutti; di certo, però, l’uomo non poteva immaginare quale impatto la sua invenzione avrebbe avuto nella storia dell’umanità: senza la carta, infatti, l’evoluzione, la diffusione e la conservazione nel tempo della cultura e delle informazioni sarebbe stata molto più difficile.
In Italia Marco Polo fu il primo a parlare di questo innovativo metodo di realizzazione della carta: nella sua opera Il Milione egli infatti racconta di come a Pechino i cinesi la fabbricassero utilizzando varie fibre vegetali, come paglia di riso o canna di bambù. Ma passò del tempo prima dell’arrivo della carta in Occidente.
La carta: dall'Oriente all'Occidente
La carta si diffuse così in tutto l’impero cinese per poi arrivare in Giappone dalla Corea intorno al 610 d.C.: fu un monaco, Dam Jing, a portarla fino a lì per diffondere la filosofia buddista e la cultura cinese. I giapponesi divennero ben presto molto abili nella fabbricazione di questo materiale, durante la quale lavoravano soprattutto la parte bianca della corteccia del gelso. Furono però gli arabi a portare questa rivoluzionaria invenzione in Europa: i Persiani già la conoscevano grazie agli scambi commerciali lungo le vie della seta, ma fu solo nel 751 che gli arabi riuscirono a carpire tutti i segreti della fabbricazione cinese della carta quando conquistarono Samarcanda e catturarono dei cartai cinesi. Fu proprio in questa città che nacque una delle più antiche cartiere: la carta di Samarcanda, realizzata con canapa e lino, divenne presto famosa e segnò l’inizio di un periodo di grande sviluppo economico della regione che oggi corrisponde all’Uzbekistan.
In Europa la carta giunse solo nel XII secolo con le invasioni arabe, nel primo periodo soprattutto in Sicilia e in Spagna: in realtà, all’inizio venne considerata come un prodotto di basso livello se paragonato alla pergamena, al punto che in un editto del 1221 Federico II ne proibì l’utilizzo per gli atti pubblici. Ma questo provvedimento non riuscì a fermare la diffusione della carta a tutti i livelli, perché era pratica ed economica.
La cartiera di Fabriano
Il perfezionamento della carta fu opera dei cartai di Fabriano e in seguito di tutti gli altri cartai italiani: fu proprio in questa cittadina delle Marche che nacque la prima cartiera italiana; altre ne sorsero successivamente in molte altre città come Amalfi, Prato e Venezia, quando la produzione si sviluppò ulteriormente.
In particolare, ai cartai italiani si devono tre meriti: il perfezionamento della tecnica che fu meccanizzata in alcune parti, come nella macinatura degli stracci che prima era manuale; l’introduzione della collatura con gelatina animale anziché vegetale; la creazione di diversi tipi di formati e, infine, l’introduzione della filigranatura dei fogli, sconosciuta ad arabi e cinesi. Questa particolare lavorazione consentiva di contrassegnare i fogli con decorazioni visibili in trasparenza, le filigrane, realizzate con fili metallici. In questo modo sulla carta furono inseriti questi speciali simboli che potevano indicare il marchio del fabbricante oppure la firma del cliente; tra le filigrane realizzate a partire dalla seconda metà del 1200 troviamo, infatti, stemmi araldici o ecclesiastici, emblemi di corporazioni e vari altri simboli dai più svariati significati.
L'invenzione della stampa a caratteri mobili
Le cartiere italiane detennero il monopolio della fabbricazione della carta fino al XIV secolo, quando nuove fabbriche furono aperte in Francia, Germania e in seguito Olanda. Con la scoperta dell’America la carta arrivò anche oltreoceano; poi con l’invenzione della stampa a caratteri mobili si determinò un forte aumento della produzione e una conseguente diffusione della cultura in tutti i paesi con la stampa dei libri che segnò l’inizio di una vera e propria rivoluzione. Nel 1600 furono migliorate anche le tecniche di macinatura grazie alla creazione di nuove macchine a cilindri rotanti munite di lame che consentirono di migliorare la qualità dell’impasto di stracci e fibre vegetali. Queste materie prime, però, alla fine del 1600 iniziarono a scarseggiare.
La produzione industriale
Fu solo nel 1800 che si riconsiderò il legno come materia prima per la produzione della carta; quando, dopo vari tentativi di miscela dei componenti, si giunse alla pasta di legno vera e propria, la produzione della carta divenne di massa trasformandola in un prodotto di largo consumo. Con la rivoluzione industriale e l’impiego di macchinari sempre più sofisticati, si diversificarono anche gli utilizzi: oltre ai prodotti da stampa, si iniziò a produrre la carta igienica, le prime confezioni di cartone per gli imballaggi e poi, nel 1900, la carta per gli isolamenti elettrici, i giocattoli e tanti altri prodotti.
La fabbricazione della carta oggi
Oggi la carta è un prodotto industriale realizzato grazie a dei macchinari e a delle tecniche di lavorazione che consentono di ottenere, alla fine del processo, fogli flessibili e sottili, disponibili in varie grammature.
Le materie prime utilizzate oggi sono in linea di massima queste:
- fibre vegetali, estratte dalla cellulosa dei vegetali, soprattutto degli alberi;
- collanti e altri additivi chimici, ossia sostanze che conferiscono un determinato grado di impermeabilità alla carta, a seconda della sua destinazione d’uso;
- talco o gesso, che servono per conferire maggior bianchezza alla carta e per rendere la sua superficie più adatta alla stampa;
- coloranti, che servono per produrre la carta colorata.
Come anticipato, la carta esiste in tanti tipi diversi, tuttavia, in un’ottica di ecosostenibilità, laddove possibile bisognerebbe sempre scegliere la carta riciclata che oggi, grazie alle lavorazioni sempre più sofisticate, ha la stessa qualità e la stessa resistenza di quella di pura cellulosa. In ogni caso, il principio fondamentale che dovrebbe guidare ognuno di noi nell’utilizzo della carta è quello di evitare gli sprechi perché si tratta di un bene prezioso dalla storia antica, la cui invenzione ha segnato per sempre la storia dell’umanità e della sua evoluzione.