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La storia delle Lettere e delle buste da lettera

Scritto da Redazione Doctaprint
3 luglio 2024
La storia delle Lettere e delle buste da lettera
La storia delle Lettere ha origini antichissime ed è tracciata da numerose trasformazioni, che riguardano il contenuto, la forma e l’uso. Di certo dopo l’avvento dell’informatica, grazie alla quale sono stati introdotti nuovi strumenti di comunicazione, la lettera ha subito una crisi, è divenuta impopolare e antieconomica, ma per fortuna il fascino della scrittura a mano non permetterà mai la sua totale estinzione. Non esiste nulla che possa sostituire la bellezza del segno di una penna sulla carta.


La lettera e le bustee da lettera dalle origini ai giorni nostri

Intorno al 3000 a.C. i Sumeri utilizzavano delle tavolette di argilla, che venivano incise da un cuneo di forma triangolare, per inviarsi messaggi. La tavoletta, una volta scritta, veniva lasciata al sole per essiccare e poi veniva ricoperta da uno strato di argilla fresca, il primo modello di busta da lettera della storia, su cui venivano messi il nome e l’indirizzo del destinatario. Il contenuto di tali lettere era esclusivamente commerciale e riguardava di solito la vendita di prodotti alimentari, l’affitto di un terreno o un contratto di lavoro.

Nello stesso periodo e per gli stessi scopi, nell’Antico Egitto venivano scritte lettere a carattere amministrativo e commerciale utilizzando, però, il papiro e una penna ad inchiostro.


Il primo sistema postale

Risalgono al VI secolo a.C. le prime testimonianze di lettere scritte da uomini occidentali. Esistono, infatti, una decina di esemplari di origine greca, incisi a graffio su lamine sottili di piombo, in forma arrotolata o su frammenti di coccio. I testi contenuti erano molto brevi, riguardavano ordini o richieste tra persone di umili origini. Fu solo sotto l’Imperatore Adriano che le lettere, scritte su tavole di bronzo, iniziarono ad avere una grande diffusione. Anche se il contenuto era soprattutto di carattere amministrativo, lo sviluppo fu tale che divenne necessario istituire un vero e proprio sistema postale.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, ci fu un’inversione riguardo all’uso delle lettere: oramai erano pochi in grado di scrivere e leggere e tale alfabetizzazione apparteneva soprattutto al mondo religioso e aristocratico. Fu in questo periodo che il papiro venne sostituito dalle pergamene. Intanto in Italia il territorio veniva diviso in tanti piccoli stati e ciò portò alla nascita di diversi metodi di scrittura, legati al contesto politico e sociale.


I sigilli e la sopraccarta

Intorno all’anno 1000 venne introdotto l’uso di un sigillo in piombo, detto bolla, che serviva per autenticare le lettere papali. In questo periodo, in tutto il mondo arabo, iniziarono a diffondersi le lettere scritte su carta di uso corrente, materiale più povero rispetto alle pergamene.

Nel Quattrocento si diffuse l’abitudine di siglare le lettere con un simbolo. Furono soprattutto i mercanti a far aumentare l’uso di tale abitudine, per rendere più semplice il riconoscimento della famiglia d’appartenenza. È proprio da questo gesto che anni dopo nacque il marchio. Intanto anche la scrittura andava modificandosi e iniziarono a diffondersi i primi segni di una scrittura mercantesca, esteticamente più povera ma di gran lunga più semplice e pratica.

Nel Cinquecento viene introdotto un nuovo metodo per sigillare le lettere: la nizza, una bandella di carta su cui viene impresso un sigillo a secco, spesso attaccata alla lettera con la ceralacca. In questi anni la forma più diffusa per le lettere era il plico, un foglio di carta piegato, sigillato e con una porzione dedicata all’indirizzo del destinatario, detta sopraccarta, il diretto precursore della busta da lettera.


Le lettere verso posti lontani, la consegna rapida e i timbri postali



Durante il Rinascimento l’uso della carta è talmente diffuso che inizia a svilupparsi un sistema postale organizzato. La borghesia ha sempre più necessità di comunicare con posti lontani per aumentare gli scambi commerciali e le lettere sembrano essere lo strumento giusto per veicolare prodotti e agevolare scambi. In questo periodo si diffonde l’uso di frasi in lingua volgare, posizionate sui frontespizi delle lettere, per sollecitare ad una consegna più celere.

Nel Seicento il prezzo della carta inizia ad abbassarsi e da questo momento in poi le lettere saranno custodite in una busta, su cui vengono scritti nomi e indirizzi di destinatari e mittenti. Oltre alla nizza e alla ceralacca, si diffondono altri modi di apporre sigilli, di cui il filo di seta è tra i più diffusi. Per sollecitare una consegna in tempi più rapidi, sulla busta viene scritto “subito”, abbandonando la formula latina del “cito”.

In questo secolo viene introdotto il precetto secondo il quale si deve lasciare uno spazio bianco tra l’intestazione, contenente il titolo del destinatario, e il corpo della lettera: maggiore è lo spazio maggiore è il grado di sottomissione che si vuole rappresentare; nascono gli “AQ” veneziani, cartoline leggere di forma rettangolare, per agevolare le comunicazioni provenienti dalla magistratura; e nel 1661 vengono introdotti i timbri da Sir Henry Bishop, ma solo per le lettere tra privati, visto che tra i religiosi continua l’uso della ceralacca o il sigillo tramite un’ostia, utilizzabile solo tra i pari grado. In Francia, intanto, si diffonde la moda delle buste da lettera, “enveloppe”, ovvero involtorio, cioè una copertina di carta sagomata, della stessa forma del plico che deve custodire, chiusa da un lembo appuntito.

Con l’alfabetizzazione di massa, iniziata nel Settecento, la lettera diventa lo strumento di comunicazione anche per i ceti sociali più poveri e il latino viene soppiantato dalla diffusione delle lingue nazionali. In alcuni Paesi si sviluppa l’abitudine di incastrare con la ceralacca una piuma d’uccello sul fronte della busta
ad indicare l’urgenza del contenuto della missiva; in Italia tale urgenza viene indicata con il termine “Espresso”, scritto di fianco all’indirizzo del destinatario, come sollecito esplicito a chi doveva occuparsi della consegna.

Nel 1715 compare per la prima volta, nel manuale “Il segretario principiante” di Isidoro Nardi, una classificazione delle lettere in undici tipi: di avviso, di raccomandazione, di commercio, di informazione, di partecipazione, di buone feste, di condoglianze, di presentazione, di scuse, di congratulazioni, di famiglia.


Le buste da lettera in carta e i francobolli

L’Ottocento è il secolo delle grandi rivoluzioni, che riguardano sia i costumi che l’industria. Si avvia velocemente la produzione di fogli di carta da lettera più sottili, detti “veline”, di colore bianco oppure azzurri, grazie all’aggiunta di sali di cobalto nell’impasto di cellulosa. Nel 1820 a Brighton, la cartiera Brewer inizia a produrre e vendere su larga scala le buste da lettera in carta, attirando, però, una serie di critiche a causa dell’impossibilità di apporre i bolli postali sul foglio da lettera. Erano passati solo pochi anni dall’uscita del libro “Il perfetto manuale epistolare” di Domenico Milone, in cui si auspicava il ritorno alla cortesia nella stesura delle lettere, venuta meno nel periodo napoleonico.

Nel 1840 nascono i francobolli, a seguito della riforma postale di Hill. L’alfabetizzazione di massa contribuisce alla diffusione delle lettere come strumento di comunicazione privilegiato, anche nel caso di questioni personali o private: basti pensare all’enorme quantità di corrispondenze provenienti dai campi di battaglia o dalle famiglie dei militari coinvolti. Circa vent’anni dopo, l’Accademia della Crusca inserisce per la prima volta il termine “busta” nel Vocabolario, per definire la custodia dei fogli di carta da lettera.


Le lettere dal fronte e i viaggi nello spazio

Il Novecento è il secolo dei conflitti mondiali, dei viaggi oltre l’atmosfera terrestre e delle lettere dal fronte. Le epistole diventano lo strumento per raccontare e testimoniare l’orrore delle guerre e la sofferenza patita, nelle trincee o nelle altre zone di combattimento.

Negli anni ’30 in Italia si inizia a produrre una carta da lettera molto leggera, per agevolare il trasporto aereo e tariffe postali più basse, applicabili a tutti i plichi al di sotto dei 5 grammi, e ciò comporta una diffusione delle missive mai raggiunta prima Ma l’evento che decreta il successo intramontabile delle lettere avviene alla fine degli anni’60: due navicelle si incontrano nello spazio e si agganciano, permettendo il trasferimento da un veicolo all’altro dell’equipaggio e degli oggetti, tra cui due lettere, una privata e una ufficiale, affrancata con un francobollo da 10 centesimi. Il 16 gennaio 1969 la lettera arriva persino nello spazio.

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